giovedì 11 giugno 2015

Due cuori, un ettaro e il vino Suffonte

Mi trovo a Vittorito, un piccolissimo paesino di montagna, 960 abitanti in provincia de l’Aquila, a circa 60 km da Castel di Sangro. È la tappa che ho scelto per cominciare questo viaggio assieme a voi. Arrivo in paese dopo aver sentito telefonicamente Lorenza (Ludovico, ndr): il silenzio piacevole governa questo posto, è una giornata uggiosa e fresca. Dopo qualche minuto arriva Lorenza: ci presentiamo, poi mi conduce nella sua piccola cantina. Lorenza ha 32 anni: colpiscono di lei i suoi occhi celesti e il sorriso pieno d’entusiasmo. Tornata in Abruzzo nel 2011 dopo aver studiato Teatro, deve a suo padre Enzo e all’amore per la sua terra se oggi il produrre vino è diventato per lei un lavoro, svolto con passione ed entusiasmo. Lorenza decise qualche anno fa di dedicare la propria vita al suo ettaro di vigna diviso in due parcelle: una impiantata nella metà degli anni ’80 si trova in pianura; l’altra, impiantata nel 2005, si trova invece in contrada Suffonte e al vino dà il suo nome.
Lorenza ed Enzo portano avanti quest’avventura nella produzione di Montepulciano d’Abruzzo e Cerasuolo con elementi fondamentali: il cuore e l’amore per la campagna e per il lavoro in vigna, il rispetto delle tradizioni antiche, la cura per il terreno e per le piante, cercando di fare in cantina il minimo che serve, affinché sia la natura a decidere. Non usano diserbanti, pesticidi e sistemici, il vino è prodotto con fermentazione spontanea, non filtrato: un vino che è frutto del territorio e di ciò che l’annata “regala”.
I racconti di Lorenza ed Enzo sono belli, poetici, ma ciò che cerco è l’emozione nel calice di vino – tutto ciò che Lorenza mi ha raccontato voglio trovarlo nel suo vino. Eccola che arriva, chiudo gli occhi, avvicino il calice al naso e… sospiro, sorrido – sì, sorrido – perché mi arrivano profumi. In questo vino sento tutta l’aria fresca di montagna accompagnata da frutta croccante. Il succo dolce, il retrogusto amarognolo tipico del Montepulciano – qui l’alcol non si sa cosa vuol dire e a farla da padrone è l’equilibrio che ricerco sempre nei vini e che qui ritrovo. Un Montepulciano che si lascia bere, mentre si è seduti sotto un albero, affacciati sulla vigna assolata e rinfrescata dal vento: da qui si vede la Valle Peligna, è possibile osservare gli uomini al lavoro nei campi. Ripensi: un ettaro di vigna, una piccola cantina, una catena d’imbottigliamento,il paesaggio circondato dall’agricoltura e dal vino. “Una terra ai più sconosciuta, ma meravigliosa”. Tutto questo è racchiuso nella semplicità apparente di questo calice ormai terminato insieme alla bottiglia, che lascia il ricordo del viso sorridente di Lorenza, la simpatia del padre Enzo: due persone semplici ma con un grande cuore. Proprio come il Montepulciano d’Abruzzo “Suffonte”.
- See more at: http://www.lacucinaitaliana.it/storie/luoghi/due-cuori-un-ettaro-e-il-suffonte/#sthash.bq4Yxuil.dpuf